Vino rosso marchigiano
Il territorio delle Marche è caratterizzato dal fatto di essere interamente collinare o montuoso: non presenta infatti terreni pianeggianti. In questa Regione vengono coltivate le viti per la produzione di vini Doc: le zone Doc e Docg sono una dozzina, situate perlopiù lungo la fascia della costa, sebbene di estendano anche nell’entroterra. I vini marchigiani più noti sono il Rosso Piceno, la Lacrima di Morro, il Rosso dei Colli Maceratesi e infine il Conero. Nei prossimi paragrafi ne approfondiamo le caratteristiche.
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Vino rosso Lacrima di Morro d’Alba
Questo pregiato vino rosso è conosciuto sin da tempi antichi: la prima citazione storica risale ai tempi di Federico Barbarossa, che durante l’assedio di Ancona nel 1167 si rifugiò a Morro d’Alba. Gli abitanti del luogo per timore gli donarono i cibi e i vini migliori, tra cui il famoso succo d’uva di Morro d’Alba. Inizialmente la zona di produzione di questo vino rosso comprendeva esclusivamente il comune di Morro d’Alba in Provincia di Ancona, tuttavia oggi si estende anche a comuni limitrofi (Belvedere Ostrense, Monte San Vito, Ostra, San Marcello e Senigallia), che rimangono in provincia di Ancona. Questo vino si presenta come un vino rosso rubino intenso con sfumature violacee e può essere immesso sul mercato a partire dalla seconda metà di dicembre, per cui si può gustare quando è molto giovane. Tuttavia può essere lasciato invecchiare, naturalmente il gusto assume toni meno frizzantini e più asciutti. Va servito a 16/18° C e si abbina bene a salumi e ragù, oltre che alle carni bianche.
Vino rosso Piceno
La denominazione Doc di questo secondo che vino che vi presentiamo è stata riconosciuta nel 1968, sebbene anche in questo caso le origini siano molto antiche e risalgono ai tempi degli antichi Romani. Il poeta latino Polibio narra di Annibale il quale, durante la sua discesa verso Roma , si fermò nella zona Picena e, vedendo i cavalli del suo esercito provati dal viaggio, li fece curare con delle frizioni di questo vino. La zona di produzione di questo vino rosso marchigiano comprende la Provincia di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno , dalle colline dell’entroterra fino al mare Adriatico. Sono escluse solo le zone in cui viene prodotto il vino Doc Rosso Conero e Conero Docg.Vi è poi la tipologia del vino Rosso Pieceno Superiore che invece viene prodotto in un’area limitata di 13 comuni all’interno della Provincia di Ascoli Piceno. Il Rosso Piceno nella versione base ha un colore rosso rubino , con sfumature violacee. Il sapore di questa versione è fruttato ed asciutto, mentre il Rosso Piceno Superiore presenta gusti più netti , dovuti senz’altro al territorio in cui l’uva è stata coltivata. Il vino in questione si abbina a minestre e bolliti, a salumi e alla Caciotta di Urbino. Il Rossi Piceno Superiore è ideale per piatti a base di tartufo nero . Per concludere la temperatura della tipologia base al momento di riempire i calici deve essere di 15/16°C, la tipologia superiore prevede una temperatura tra i 16 e 18°C.
Vino Rosso colli maceratesi doc
L’origine controllata è stata attribuita a partire dal 1975 . Le zone di produzione sono quelle dei comuni della provincia di Macerata e il comune di Loreto in provincia di Ancona. Si presenta come un vino asciutto che va consumato entro il primo anno di vita, ad esclusione della tipologia riserva, la quale può maturare fino a 2-3 anni. Questo vino si abbina a piatti importanti e cotture più elevate, come porchette, umidi di pollo, pesce alla brace. Va servito alla temperatura di 15-16 °C.
Vino rosso Conero
Questo famoso vino marchigiano nasce esclusivamente sulle pendici monte Conero, da cui prende il nome. Troviamo traccia di questo vino già all’epoca dei monasteri Benedettini, grazie ai documenti lasciatici dai religiosi. Anche in tempi meno lontani Giacomo Leopardi in alcuni suoi scritti parla del vino prodotto sulle pendici del monte Conero. Il colore del Conero è rubino intenso e ha un sapore secco che si abbina, se bevuto entro i primi anni, alle carni bianche e pollame arrostito e formaggi, mentre se invecchiato si accosta a brasati, cacciagione o selvaggina.
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