I colli bolognesi tra natura, arte e Pignoletto

uva pignoletto

Le colline che da Modena corrono lungo l’autostrada in direzione Bologna, dando vita a un complesso carsico di notevole interesse formato da doline, calanchi e altopiani, nascondono una serie di vallate coperte di vigneti. È il territorio dei Colli Bolognesi, che offre paesaggi suggestivi dai meravigliosi e intensi colori e profumi. Numerosi sono i sentieri completamente immersi nella natura, lungo i quali poter passeggiare a piedi o in bicicletta protetti dalle chiome di pini e slanciati cipressi. Nonché disseminate qua e là, si possono ammirare numerose, e spesso sconosciute, opere di arte moderna, alcune racchiuse in zone circoscritte, veri e propri musei a cielo aperto che si fondono perfettamente col paesaggio naturale circostante.

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Ma sono soprattutto le grandi querce, le siepi di biancospino e i primi lembi di bosco a introdurre un paesaggio naturale che si sposa armoniosamente con quello agrario. È qui infatti che il dolce e armonioso territorio bolognese offre all’enologia italiana alcuni dei vini più pregiati, tra i quali Pinot Bianco, Sauvignon, Chardonnay, Barbera, Merlot e Cabernet Sauvignon. Ma sovrano indiscusso del territorio collinare della zona è il Pignoletto, vino bianco principe della tavola emiliana. Coltivato esclusivamente in questa regione, soprattutto sui colli bolognesi e imolesi, dove l’influsso del mare conferisce al vino un profumo ancora più intenso e aromatico, che prende il nome di Rebola, il Pignoletto è un vitigno molto versatile. Diverse sono infatti le tipologie in cui si può trovare: Pignoletto Fermo, nella versione Superiore e Classico Superiore, Pignoletto Frizzante, Spumante e Passito. In particolare, nel territorio esclusivamente dei colli bolognese, il Pignoletto può fregiarsi della Docg, mentre al di fuori è possibile produrre diversi Doc, suddivisi per provincia, e un Igp dell’Emilia. Le sue origini risalgono al periodo intorno al Seicento. Il nome secondo alcuni deriva dalla forma dell’acino, che ricorda una piccola pigna, secondo altri dalla dicitura “pino lieto” che significherebbe poco dolce, o dall’aggettivo “pignole” dato a questo tipo di uva coltivata nel bolognese che si riteneva poco adatta alla produzione di vino. Il grappolo del Pignoletto è di medie dimensioni, compatto e allungato, con acini di dimensione altrettanto media, forma ellittica e colore giallo-verde, tendente all’oro nella piena maturazione. Il vino che si ottiene è un bianco raffinato e dal colore giallo paglierino con riflessi sul verde, che all’olfatto rivela un odore delicato, fresco e leggermente fruttato.

Il Pignoletto è il vitigno dell’Emilia Romagna più versatile. Diverse sono infatti le tipologie in cui si può trovare: Fermo, nella versione Superiore e Classico Superiore, Frizzante, Spumante e Passito. In particolare, nel territorio esclusivamente dei colli bolognese, il Pignoletto può fregiarsi della Docg, mentre al di fuori è possibile produrre diversi Doc, suddivisi per provincia, e un Igp dell’Emilia.

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