Inbitcoin, ora il vino si paga in criptovaluta
Tra Rovereto e Milano esiste un’azienda italiana che offre anche servizi per accettare ed effettuare compravendita con la tanto controversa e-currency, Bitcoin, e si può acquistare anche il vino in BTC.
Vino e Bitcoin, connubio vincente
Di Bitcoin e delle altre crypto si sente parlare attraverso il trading online e qualche guida alle valute Forex, ma di certo, specialmente per noi italiani, risulta difficile associare questo nuovo mezzo di pagamento con una bevanda storica dell’umanità, il vino. Bianco, rosso o rosè, è sempre stato gradito da ogni ceto sociale, dalle tavole degli imperatori fino ai poveri. L’evoluzione del vino è avvenuta in maniera silente, in quanto i viticoltori hanno affinato le tecniche di produzione, creato nuovi vitigni, molto più resistenti ai parassiti e alle malattie, e imparato a rispettare filosofie di vita, come quella bio e soprattutto il veganesimo, arrivando a produrre una bevanda adatta al consumo. L’innovazione non finisce certo qui, perché di pari passo col vino, si è evoluto anche il concetto e il valore del denaro. Dapprima era di metallo vario, a seconda del valore del rame, del ferro, del bronzo, dell’argento e dell’oro in quel momento, poi è arrivata la carta moneta. Successivamente, l’umanità ha capito che non servono solo i contanti, bensì anche carte di credito o di debito , in modo da fare acquisti in sicurezza e senza ingombri. Infine, con l’avvento di Internet e degli smartphone, ecco le crittovalute, Bitcoin in testa, l’ultima frontiera del denaro che Inbitcoin sta sfruttando a suo vantaggio.
Che cos’è Inbitcoin
Inbitcoin consiste in un’azienda che opera tra Rovereto e Milano. L’idea è venuta ai 18 soci fondatori, tutti con esperienze diverse ( chi è insegnante, chi designer, chi programmatore) e, dal connubio di queste menti, è nata la prima azienda italiana che offre la possibilità di accettare comprare, vendere e spendere la tanto famosa valuta virtuale creata da Satoshi Nakamoto. E il vino, prodotto sempre più innovativo, non poteva mancare in questa rivoluzione: la prima cantina in Italia che accetta pagamenti in BTC attraverso Inbitcoin si chiama 47 Anno Domini, produttrice certificata di vino bio-vegano. Il titolare si è detto veramente entusiasta di poter incrementare il suo business e attirare nuovi clienti appassionati di tecnologia e cryptomoneta. Nessun timore delle oscillazioni del valore BTC, né delle fluttuazioni del mercato, perché vede opportunità dove gli altri vedono rischi. E non per nulla, Cristian Tombacco si è lanciato a capofitto nel mondo del biologico e del veganesimo, ancora prima che queste due parole entrassero nel vocabolario collettivo.
Come comprare vino con BTC
Ogni transazione avverrà tramite wallet app, QRcode e codici che chi possiede Bitcoin sa già come usare, ma l’innovazione è nel sistema informatico, tutto italiano e di proprietà dell’azienda. In questo modo, si avrà direttamente il possesso della moneta virtuale senza mediazioni tramite piattaforme commerciali. Inbitcoin, dopo il vino, punta già all’e-commerce, coinvolgendo almeno un centinaio di aziende nel progetto. E ci sono già dei semi accordi con uno dei soci di Triveneto Servizi, Marco Zuin. Si tratta di una ditta che recentemente ha siglato un accordo con InBitcoin allo scopo di creare un sistema economico in cui diventerà normale passarsi Bitcoin attraverso il proprio cellulare, senza mediazioni e in tempo reale, come avviene con Paypal, ad esempio.
Lascia un commento